Concorrenza Sleale
Reato di Concorrenza Sleale: esiste?
Il reato di concorrenza sleale non esiste, ma ci sono norme civili e penali che vengono in soccorso
La Tutela Civilistica
Le norme che rilevano in tema di concorrenza sleale sono contenute negli artt. 2598-2061 del Codice Civile. L’impianto delineato dal codice in particolare vieta due diverse tipologie di atti: gli atti di concorrenza sleale tipici (atti confusori, denigrazione, appropriazione di pregi altrui) e atipici.
In tema di atti atipici, le categorie di condotte rilevanti ai fini della concorrenza sleale sono strettamente legate al concetto di «correttezza professionale», quale canone comportamentale.
Di conseguenza, non esiste una classificazione uniforme degli atti atipici di concorrenza sleale, benché nel corso degli anni la giurisprudenza abbia permesso di delinearne taluni tratti essenziali e le condotte più comuni.
Fra questi rientrano, ad esempio:
- la c.d. “concorrenza parassitaria”, ossia l’imitazione sistematica, continua e protratta nel tempo, da parte di un imprenditore, delle iniziative di mercato realizzate da un concorrente;
- lo “spionaggio industriale”, ossia il comportamento dell’imprenditore che, con mezzi illeciti (ad es. la corruzione di un dipendente) si appropri di notizie segrete o riservate riguardanti l’impresa di un concorrente;
- gli abusi monopolistici come il boicottaggio, realizzato dall’impresa in posizione dominante o da più imprese in accordo fra loro;
- lo storno dei dipendenti attraverso l’offerta di una superiore retribuzione o più convenienti condizioni di lavoro alla migliore manodopera dell’azienda concorrente che si vuole danneggiare.
Il codice definisce altresì la tutela giurisdizionale, inibitoria e risarcitoria, accordata all’imprenditore. Trattasi, peraltro, di una tutela approntata in via anticipata, essendo sufficiente che il pregiudizio causato all’impresa assuma carattere potenziale per potersi attivare in via giurisdizionale, ed eventualmente anche in sede cautelare.
Concorrenza Sleale e Diritto Penale
I risvolti della concorrenza sleale, però, possono rilevare anche in ambito penalistico. In particolare, è possible che in taluni, estremi, casi si possano configurare delle fattispecie di reato. Fra queste possiamo per esempio annoverare:
- Art. 615-ter c.p., accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico che punisce sia l’accesso abusivo al sistema informatico protetto da misure di sicurezza, che il mantenimento all’interno del sistema informatico contro la volontà di chi legittimamente ne è titolare;
- Art. 615-quater c.p., detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici: che punisce la condotta del soggetto che comunica o consegna a terzi dati di accesso a sistemi informatici.
- Art. 623 c.p., rivelazione di segreti scientifici o industriali, che rende illegittima la condotta di chi, venuto a conoscenza di notizie destinate a rimanere segrete in tema di scoperte o invenzioni scientifiche o applicazioni industriali per ragione della sua professione, le rivela o le impiega a proprio o altrui profitto.
- Si sono, infine, registrati diversi casi in tema di concorrenza sleale in cui si è ritenuto configurabile il reato ex art. 646 c.p. di appropriazione indebita nel caso in cui il concorrente o l’ex dipendente si appropri indebitamente di disegni tecnici, liste clienti, documenti appartenenti all’impresa dove lavorava e successivamente li utilizzi per trarne profitto (per esempio aprendo un’altra società in concorrenza).