Rischi penali dell’imprenditore

Rischi penali dell’imprenditore

dott.ssa Alice Saporiti

Quali sono i “rischi penali” dell’imprenditore?

L’attività imprenditoriale comporta dei rischi, anche a livello penale. Ecco i principali rischi penali dell’imprenditore ed i controlli preventivi utili per evitarli.

Quali sono le condotte dell’amministratore e del management societario che presentano dei rischi di “sconfinamento” nel diritto penale?

In altre parole, cerchiamo di dare una risposta alla ricorrente domanda dell’imprenditore: “ma io cosa rischio a livello penale se…?” con questa breve visione di insieme.

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I reati dei colletti bianchi

I reati che possono essere commessi dagli imprenditori (o dai c.d. “colletti bianchi”) si caratterizzano generalmente per l’assenza di una condotta violenta e per la categoria dei danneggiati o personi offese: consumatori, azionisti, concorrenti, investitori, dipendenti d’azienda e così via.

Trattasi di rischi penali che si possono verificare prevalentemente nel campo economico, politico e professionale, che perseguono uno scopo di lucro.

Per evitare di incorrere in rischi penali, l’imprenditore dovrà valutare bene la portata delle proprie azioni e mettere in campo procedure e controlli preventivi.

Nella tabella a seguire è possibile individuare i principali rischi penali dell’imprenditore ed i controlli preventivi che possono essere utili per evitarli.

 

Problemi con le Procedure?
Abbiamo creato uno schema, liberamente scaricabile dalla nostra newsletter MPMI o direttamente da qui, grazie al quale l’imprenditore può identificare le procedure scorrette e sostituirle con quelle che non lasciano margini di confusione penale.

 

1. Rischi dell’imprenditori in sede fallimentare

Tra questi, troviamo i reati fallimentari disciplinati dalla L. n. 267/1942. Presupposto è che il soggetto sia un imprenditore commerciale o una società o un soggetto che rappresenti la società stessa (es. amministratore).

Il reato più conosciuto è la bancarotta nelle sue forme semplice, fraudolenta, documentale, patrimoniale, documentale e preferenziale. Si realizza la bancarotta ad esempio nel caso in cui l’imprenditore utilizza il patrimonio sociale per spese personali o in operazioni manifestamente imprudenti.

Il reato si configura altresì nel caso in cui l’imprenditore distrae, occulta, dissimula, distrugge o dissipa in tutto o in parte i suoi beni o falsifica i libri o altre scritture contabili.

Un’altra ipotesi di reato è il ricorso abusivo al credito che si verifica quando l’imprenditore ricorre al credito dissimulando il proprio dissesto. L’imprenditore risponde del reato di omessa dichiarazione dei beni se redige un inventario non fedele alla realtà.

2. I reati societari

Altra categoria di reati che possono essere commessi nell’esercizio dell’attività imprenditoriale sono i reati societari, collocati nel codice civile dall’art. 2621.

Si pensi al reato di false comunicazioni sociali che si realizza ad esempio quando gli amministratori espongono nei bilanci fatti non corrispondenti al vero o, viceversa, omettono informazioni obbligatorie per conseguire un ingiusto profitto.

Se l’amministratore restituisce, anche simulatamente, i conferimenti ai soci o li libera dall’obbligo di eseguirli, risponde del reato di indebita restituzione dei conferimenti.

L’aggiotaggio si configura, invece, quando taluno diffonde notizie false o pone in essere operazioni simulate per provocare una sensibile alterazione di strumenti non quotati (art. 2637 c.c.).

Rientrano nella categoria dei reati societari anche alcune fattispecie disciplinate nel T.U.F.: si pensi al delitto di insider trading che reprime il compimento di operazioni su strumenti finanziari mediante informazioni privilegiate possedute in ragione della partecipazione al capitale di una società.

3. I rischi penali dell’imprenditore in sede tributaria

Possono altresì emergere profili di responsabilità penale per l’imprenditore se costui commette violazioni in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto.

Si fa riferimento ai c.d. reati tributari di cui al D.lgs n. 74/2000. Elemento comune a questi reati è lo scopo di evadere l’IVA e le imposte sui redditi.

Si pensi all’imprenditore che, avvalendosi di mezzi fraudolenti, nelle dichiarazioni annuali dichiari di aver percepito ricavi (elementi attivi) inferiori rispetto a quelli effettivamente conseguiti o, viceversa, esponga dei costi in realtà mai sostenuti (dichiarazione fraudolenta mediante artifici, art. 3).

Colui che, invece, non presenta una dichiarazione annuale relativa alle predette imposte, pur essendovi obbligato, risponde del reato di omessa dichiarazione (art. 5), purché l’imposta evasa sia superiore ad una determinata soglia.

4. I reati contro la pubblica amministrazione

Tra i delitti che possono essere commessi dall’imprenditore nell’esercizio della propria attività vi sono alcuni delitti contro la pubblica amministrazione.

Si pensi a colui che dà o promette denaro ad un pubblico ufficiale per l’esercizio delle sue funzioni o per compiere un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 318, 319 c.p.).

Si configura la responsabilità anche in capo a colui che dà o promette denaro, indotto da un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio (art. 319 quater co. 2 c.p.)

 

5. Tutela del diritto d’autore

Il nostro ordinamento offre una tutela penale al c.d. know-how: la fattispecie di cui all’art. 623 c.p. sanziona, infatti, la rivelazione o l’uso di informazioni segrete su scoperte scientifiche, invenzioni e applicazioni industriali, compiute in violazione di un rapporto fiduciario di natura professionale. Il know-how rappresenta senz’altro una risorsa fondamentale da cui può dipendere la capacità di un’impresa di restare sul mercato. Si pensi ad esempio al complesso di conoscenze ed esperienze tecniche, o ai disegni tecnici e di progettazione.

Non rientrano, invece, nella nozione di segreto industriale le c.d. strategie di marketing o gli strumenti promozionali.

La legge n. 633/1941 disciplina il diritto d’autore tutelando il diritto di chiunque voglia trarre profitto dalla propria opera. L’art. 171 reprime, dunque, la condotta di colui che pubblica o riproduce un’opera d’ingegno altrui. Tra i beni tutelati dalla norma rientrano anche i software, banche dati, file musicali, immagini, opere musicali, cinematografiche o letterarie.

Costituisce reato l’utilizzo di programmi software senza licenza.

6. Privacy e GDPR

Non meno rilevanti sono i delitti in tema di violazione della privacy. Le fattispecie di reato previste dalla normativa europea e italiana in materia di protezione dati personali sono le seguenti:

– Trattamento illecito di dati;
– Comunicazione e diffusione illecita di dati personali;
– Acquisizione fraudolenta di dati personali;
– Interruzione dell’esecuzione dei compiti o dell’esercizio dei poteri del Garante;
– Inosservanza di provvedimenti del Garante;
– Violazioni in materia di controlli a distanza dei lavoratori. Sul punto, si pensi all’imprenditore che utilizzi impianti audiovisivi dai quali derivi la possibilità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori installati illegittimamente.

7. Sicurezza sul lavoro

L’imprenditore è altresì tenuto a garantire la salute e la sicurezza su lavoro (D.lgs n. 81/2008). È pertanto necessario che le imprese siano dotate di un adeguato sistema di prevenzione degli infortuni.

Le fattispecie di reato imputabili all’imprenditore sono l’omicidio colposo e le lesioni personali colpose gravi o gravissime commessi con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro.

Ciascuna impresa deve redigere il c.d. DVR: il documento di valutazione dei rischi redatto dal datore di lavoro che identifica e valuta i rischi, indica le misure di prevenzione e di protezione per l’eliminazione o la riduzione dei rischi stessi. Costituisce reato anche la mancata compilazione del DVR.

Recentemente la Cassazione ha riconosciuto la responsabilità per il delitto di lesione personale colposa in capo al Responsabile del servizio di prevenzione e protezione a fronte di un infortunio occorso ad un alunno all’interno di una scuola che in sede di elaborazione del Dvr aveva omesso di valutare la specifica situazione di rischio relativa all’infortunio accaduto e di far adottare misure adeguate di prevenzione e di protezione. (Cass. pen. Sez. IV, 04/04/2019, n. 37766).

 

8. Rischi penali dell’imprenditore per la tutela dell’ambiente

Non è infrequente che l’attività imprenditoriale comporti dei rischi per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente.

A garanzia del bene ambiente, il codice penale prevede alcune fattispecie di reato (dolose e colpose), quali l’inquinamento ambientale (che si verifica in caso di deterioramento delle acque, dell’aria, di un ecosistema, della flora o della fauna), la morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale, il disastro ambientale, il traffico o l’abbandono di materiale ad alta radioattività.

L’imprenditore deve altresì organizzare la propria impresa in modo da prevenire la commissione di delitti contro l’incolumità. Si pensi, infatti, al delitto di avvelenamento di acque o sostanze alimentari, alla contraffazione di sostanze alimentari rese pericolose per la salute pubblica, al commercio di sostanze alimentari contraffatte o nocive o di medicinali guasti.

 

9. Riciclaggio e autoriciclaggio

Risponde del delitto di riciclaggio l’imprenditore che trasferisce denaro proveniente da altro delitto o che compie altre operazioni in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa di denaro o altri beni. Si configura, invece, il delitto di autoriciclaggio nel caso in cui l’imprenditore, che abbia commesso o concorso a commettere un delitto, impiega/trasferisce/sostituisce denaro o altri beni in attività economiche, finanziare, imprenditoriali o speculative. Si pensi a colui che commette una truffa da cui ricava una somma ingente di denaro e utilizzi tale somma nella propria attività imprenditoriale attraverso operazioni in grado di ostacolarne l’identificazione della provenienza illecita.


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