Il body shaming è reato?
12 Ott 2022
In questo articolo scoprirai cos’è il body shaming e quando il body shaming è reato.
Ti spiegheremo anche quando è possibile chiedere il risarcimento del danno, se sei vittima di body shaming.
Cos’è il body shaming?
Col termine “body shaming” vengono indicati quei comportamenti atti a denigrare qualcuno sulla base del proprio aspetto fisico.
Nel body shaming solitamente l’aspetto denigratorio e persecutorio si limita all’uso di un linguaggio offensivo, senza trascendere in minacce o condotte violente. E’ però anche possibile che la condotta trasmodi in violenze fisiche, oltre che verbali. In tali casi, è sicuramente possibile ipotizzare che la condotta integri reato (lesioni).
La diffusione del fenomeno del body shaming in rete, tuttavia, porta con sé anche la necessità di affrontare ulteriori aspetti che possono avere rilevanza penale.
Il body shaming è un reato?
In Italia il diritto penale viaggia per “fattispecie tassative”, e ad oggi non ne esiste una specifica di “body shaming”.
Tuttavia, le condotte del body shamer singolarmente analizzate possono costituire illecito (civile e penale) nella forma dell’ingiuria, della minaccia, della violenza privata, della diffamazione e così via.
Infatti, la condotta di body shaming risulta astrattamente idonea ad integrare una pluralità di reati, ancora di più, e talvolta più gravi, se la condotta è posta in essere nel web.
Quali reati può integrare il body shaming?
Ingiuria
Innanzitutto, il body shaming può integrare l’ingiuria (art. 594 c.p.), reato oggi depenalizzato e “declassato” a illecito civile che obbliga chi lede l’onore, la reputazione e la dignità della persona offesa in sua presenza al risarcimento del danno, nonché al pagamento di un’ammenda.
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Diffamazione
Qualora l’hater offenda la reputazione di una persona comunicando con altri, ciò integra il reato di diffamazione, con la previsione di un’ipotesi di reato aggravato nel caso in cui l’offesa venga arrecata a mezzo di social. Quindi, per esempio, qualora una persona pubblichi su Facebook una frase di contenuto offensivo condividendola in via riservata con la propria cerchia di “amici” (Cass. sez. I, n. 16712/2014). O ancora, si integra il reato di diffamazione anche qualora l’agente rivolga delle offese in un gruppo WhatsApp in cui partecipi anche la persona offesa (Cass. sez. V, n. 7904/2019).
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Sostituzione di persona
Qualora le denigrazioni provengano da un hater che utilizzi un falso account social, ovvero da una persona che si sostituisca illegittimamente ad altri, attribuendosi un falso nome o un falso stato tale da indurre altri in errore, viene integrato il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.).
Minacce e stalking
Ove il body shamer prospetti alla vittima l’intenzione di cagionarle un danno ingiusto sarà integrato il reato di minacce (art. 612 c.p.).
Le minacce, se ripetute nel tempo e/o accompagnate da molestie tali da ingenerare un grave e perdurante stato di ansia o di paura per la propria incolumità o per quella dei propri cari, potranno integrare il più grave reato di stalking (art. 612 bis c.p.).
Per saperne di più sullo stalking: Atti persecutori
Violenza privata
La condotta dell’hater è passibile di integrare il reato di violenza privata (art. 610 c.p.) ove le denigrazioni siano accompagnate da minacce e/o violenza tali da costringere la persona offesa a fare, subire o omettere qualcosa.
Istigazione al suicidio
Infine, se il denigratore determini la vittima al suicidio con le proprie offese, ovvero ne rafforzi consapevolmente l’intenzione, si integrerà la fattispecie di istigazione al suicidio (art. 580 c.p.), sia in ipotesi di suicidio sia che la persona offesa a seguito del tentato suicidio riporti lesioni gravi o gravissime.
Si può chiedere il risarcimento del danno per body shaming?
La persona soggetta a denigrazioni ha il diritto di chiedere un risarcimento in termini economici per l’ingiusto danno subito. Il danno dovrà sicuramente essere provato e quantificato da chi ne chiede il risarcimento, dunque la vittima del body shaming.
I danni potranno essere: danno morale, in esito alla commissione di un fatto reato, danno patrimoniale (ossia le perdite avute a seguito della condotta illecita dalla vittima dal reato), danno biologico (ossia i danni fisici e psichici), danno di immagine.