Concorso esterno in associazione mafiosa: la sentenza Dell’Utri

Concorso esterno in associazione mafiosa: la sentenza Dell’Utri

03 Lug 2014

Il giorno 1 luglio 2014 sono state depositate da parte della Corte di Cassazione le motivazioni della sentenza che a maggio ha confermato la condanna per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Marcello Dell’Utri.

La pronuncia ha chiarito nuovamente, facendo propri i precedenti orientamenti della Corte, che assume la veste di “concorrente esterno” in associazione mafiosa colui che non inserito stabilmente nell’organigramma (e dunque non potendosi dire appartenere all’associazione stessa), fornisca un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo all’associazione stessa, che abbia un’effettiva rilevanza causale e, quindi, si configuri come condizione necessaria per la conservazione e il rafforzamento delle capacità operative dell’associazione o, quantomeno, di un suo particolare settore.

Il concorrente esterno per poter essere tale, comunque, deve agire con dolo: tale dolo si deve sostanziare nella consapevolezza dei metodi e dei fini dell’associazione e nella consapevolezza di rendere all’associazione stessa una attività di sostegno vantaggiosa per la sua conservazione o il suo rafforzamento.

E’ stata pertanto ritenuta corretta l’applicazione di siffatti principi di diritto (invero non una novità nel panorama giurisprudenziale della Suprema Corte) da parte della Corte d’Appello di Palermo, secondo cui Dell’Utri agiva essendo a conoscenza dei metodi e dei fini della associazione fornendo un contributo causale determinante alla conservazione del sodalizio mafioso e alla realizzazione, almeno parziale, del programma criminoso volto alla sistematica acquisizione di proventi economici ai fini della sua stessa operatività, del suo rafforzamento e della sua espansione.

 Clicca qui per la sentenza completa:

Cassazione Penale, Sez. I, 1 luglio 2014, n. 28225