Denuncia per maltrattamenti in famiglia: cosa succede e a chi rivolgersi

Denuncia per maltrattamenti in famiglia: cosa succede e a chi rivolgersi

18 Mar 2022

L’articolo che segue è dedicato alle persone che subiscono una situazione di abuso familiare e di violenza domestica. Se sei stato denunciato per maltrattamenti, e se indagato o imputato in un procedimento penale, leggi invece questo articolo.


Il primo passo per uscire da una situazione di violenza è di rivolgersi al centro antiviolenza per supporto psicologico, ospitalità e orientamento. E trovare un avvocato che possa seguirti in tutte le delicate fasi: dalla denuncia, sino al processo.

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In questo articolo invece ti spiegheremo come fare una denuncia per maltrattamenti, e cosa succede dopo averla fatta.

 

Come si fa una denuncia per maltrattamenti in famiglia

La denuncia, una volta scritta, può essere depositata presso le Forze dell’Ordine, o in Procura, ed è l’atto che da avvio al procedimento penale contro il partner maltrattante. E’ importante, in entrambi i casi, rivolgersi prima del deposito ad un avvocato penalista.

Durante la fase della denuncia è cruciale che l’avvocato si interfacci tanto con le Forze dell’Ordine, che con la Procura. Le diverse professionalità devono trovare le interazioni necessarie per tutelare al meglio la persona offesa, cercando strategie di fuoriuscita dalla relazione, ed eventualmente chiedendo l’applicazione di misure cautelari che allontanino il partner.

 

Cosa succede dopo la denuncia per maltrattamenti

Prove e misure cautelari

La denuncia-querela per maltrattamenti viene trasmessa al Pubblico Ministero. Deve quindi essere corredata dal più elevato numero di prove possibili. Queste prove dovranno essere fornite dal difensore (per esempio con indagini difensive), dalle Forze dell’Ordine, o dalla vittima stessa che dovrà tenere traccia di messaggi, chiamate, violenze subite e così via.

La denuncia per maltrattamenti, trasmessa in Procura, viene “numerata” ed assegnata ad un PM. A Milano, ci sono sezioni specifiche della Procura che si occupano solo di violenza di genere.

Come accennato prima, potrà essere richiesta ed applicata una misura cautelare a carico del partner maltrattante. Dalla più blanda (il divieto di comunicazione, il divieto di avvicinamento), ad altre più stringenti (l’allontanamento dalla casa familiare, gli arresti domiciliari, il carcere).  In questa fase è cruciale l’assistenza dell’avvocato che potrà curare la richiesta al PM e le tempistiche.

 

Le indagini preliminari per il reato di maltrattamenti

Da questo punto inizia la fase di indagini preliminari, durante le quali è necessario agevolare le Forze dell’Ordine a raccogliere quanti più elementi di prova possibili per poter fondare l’accusa ed affrontare il giudizio.

 

La conclusione delle indagini preliminari per il reato di maltrattamenti

Una volta che saranno state raccolte prove sufficienti per andare a giudizio, il PM avviserà l’indagato e la persona offesa con l’avviso 415bis c.p.p. che possono prendere visione degli atti del procedimento, produrre memorie e l’indagato potrà chiedere di essere interrogato.

 

La richiesta di rinvio a giudizio e l’udienza

Una volta esaurita la fase dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, se il Pubblico Ministero si è convinto della fondatezza dei fatti denunciati, chiederà il rinvio a giudizio dell’indagato che diventerà, a tutti gli effetti, imputato. A quel punto sarà fissata udienza e la vittima del reato potrà essere sentita come testimone.

Ma niente paura, la legge assegna delle tutele alla vittima del reato che potrà per esempio essere sentita in sede protetta, così da non dover rivedere l’imputato.

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