Le maggiori difficoltà che incontri facendo l’avvocato.
01 Feb 2016
Le maggiori difficoltà che incontro facendo l’avvocato?
Innanzitutto, facendo o essendo avvocato?
Di fatto spesso lo fai, sempre lo sei.
Le difficoltà che si incontrano sono tantissime, ma principalmente dal mio punto di vista, risiedono nel rapporto con i clienti.
Questo articolo, che all’apparenza potrebbe sembrare una lunga lamentela, ha l’intento di far comprendere, a voi che leggete, qualcosa in più sul mestiere dell’avvocato e forse, una volta comprese le difficoltà, rendervi più comprensivi o quantomeno empatici nei confronti di una categoria che spesso si trova al centro della critica.
Dicevamo, difficoltà che incontra l’avvocato? Quante ne volete! Sappiamo che ogni mestiere ha le sue beghe, ma a volte conoscere quelle degli altri aiuta a rivalutare le proprie o quantomeno a dire: “Mal comune mezzo gaudio”.
Il mestiere dell’avvocato: dalla difficoltà economica alla gestione del tempo
Le difficoltà sono economiche/fiscali/previdenziali. La pressione fiscale è altissima, come per tutti i liberi professionisti. Le aliquote sono totalmente sproporzionate, passando da un minimo del 5%, a un fisso 15% del forfettario, sino a quasi il 50% negli scaglioni di reddito più alti. All’irpef va aggiunta l’IRAP, e la cassa forense. Se sei un libero professionista queste mie parole ti suoneranno alquanto familiari.
Ed è a fronte di questa pressione fiscale che al cliente che si e ci domanda: “Ma perché andare dall’avvocato costa così tanto?” Non possiamo che rispondere che il nostro guadagno è ciò che resta una volta pagato l’affitto dello studio, le tasse, i collaboratori e chi più ne ha più ne metta… E che dire del tempo?
Il tempo e la gestione del tempo, anche, sono problemi fondamentali per un avvocato. Il tempo che si butta in udienza, ad attendere, si stima almeno per quanto mi riguarda in circa 5 ore settimanali. Considerata una giornata lavorativa di 8 ore, che poi non sono mai 8 ore, è quasi un giorno a settimana di attesa. Questo tempo va ottimizzato, mentre si attende di essere chiamati bisogna lavorare, rispondere alle email, scrivere atti… va da sé che farlo in udienza in una aula dove spesso non prende neppure il telefono è ben diverso che farlo nel proprio studio.
Avvocati, giudici e cancellerie: una barzelletta?
L’avvocato non si limita a scrivere atti ed andare in udienza, essere avvocato significa passare ore in cancelleria, compilare e seguire iter burocratici che definirli kafkiani sembrerebbe quasi un eufemismo, qui soprassiedo… ma dedicherei un capitolo a parte alle grandissime difficoltà che abbiamo ad interfacciarci con l’autorità giudiziaria perché ci sono disagi davvero immensi, che dall’esterno non si percepiscono.
Ti racconto solo quello che mi ha detto il mio dominus uno dei primi giorni di pratica: “ai miei tempi si chiamava per nome il Giudice. Ora si può a malapena parlare con il cancelliere. “
E infine torniamo al primo punto. I clienti.
Il sistema della giustizia è molto complesso e spesso ci sono passaggi invisibili che il cliente non percepisce.
Non si percepisce il lavoro di studio, lettura, redazione che c’è dietro un atto. Le ricerche sono spesso lunghe e impegnative in quanto bisogna valutare tutte le strade prima di scegliere quella più adatta… perché da lì non si torna indietro. Una volta scelta la linea difensiva non si può virare altrove perché il vento gira, bisogna resistere, e per resistere si deve sapere da subito a cosa essere preparati.
Non si percepisce neppure che la lunghezza dei tempi è dovuta alla procedura, e al carico di lavoro dei tribunali. Ci è capitato recentemente che una cliente che aveva vinto una causa dopo un anno e mezzo di contenzioso e aveva già vista incardinata la procedura per la riscossione del credito ci dicesse che a suo avviso i tempi si erano dilatati e, testuale, lei dovesse chiamare di tanto in tanto per “far rispolverare la sua pratica”.
Una procedura esecutiva che inizia dopo un anno e mezzo dall’iscrizione a ruolo del processo di merito è un miraggio, al Tribunale di Milano. C’erano stati degli studi che avevano stimato la durata media di un primo grado civile in 1007 giorni! Più di due anni e mezzo.
E i tempi che a lei sembravano tempi “morti” in cui l’avvocato si era addormentato, invece, altro non erano che i tempi tecnici per le copie autentiche, piuttosto che le notifiche, i termini a comparire e così via.
Si vogliono risposte immediate, che cerchiamo di dare. Ma ci vuole anche un po’ di fiducia nel nostro lavoro… sapere che se non chiamiamo noi per primi è perché stiamo lavorando e, tristemente, “non ci sono novità”. Perché poi alla fine questo è il fulcro del rapporto col cliente: la fiducia.