Giuseppe Morgante, la deformazione del viso

Giuseppe Morgante, la deformazione del viso

04 Mag 2020

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Siamo ormai abituati a sentire storie di aggressioni con acido nei confronti delle donne da parte di ex mariti o compagni. Ma anche gli uomini sono vittima di violenza.

La Storia Giuseppe Morgante e Sara

La storia che ora vi raccontiamo è quella di Giuseppe Morgante – trentenne – che un giorno del mese di novembre 2018 conosceva su un social Network Sara. I due iniziavano a chattare e tra loro iniziava una relazione. Sara sembrava una ragazza molto dolce, tranquilla. I due si frequentavano per qualche settimana ma ben presto Giuseppe iniziava a percepire che c’era qualcosa di strano in Sara. Decideva, quindi, di interrompere la conoscenza dopo circa un mese e mezzo dal loro primo incontro. 

Sara, infatti, era eccessivamente apprensiva, voleva vedere Giuseppe Morgante tutti i giorni, lo controllava, era gelosa e lo chiamava tantissime volte al giorno facendo scaricare addirittura la batteria del telefono del giovane. Era solo l’inizio dell’incubo che Giuseppe avrebbe vissuto per i 6 mesi successivi. Lo seguiva, sapeva i suoi turni di lavoro, si appostava sotto la casa di lui. 

Sara si dimostrava ossessionata dal giovane e gli rivolgeva minacce a cui inizialmente Giuseppe non dava particolare importanza. 

“Non ti azzardare mai a prendermi per il culo perché io divento una iena”. 

Finito il turno di lavoro, Giuseppe Morgante trovava le gomme dell’automobile bucate. Dovette cambiare ben 11 gomme in 4 mesi. Decideva di bloccare Sara sui social network, in modo che lei non potesse più controllarlo. La ragazza creava, allora, falsi profili per scrivere a Giuseppe insultandolo e rivolgendogli minacce. Gli scriveva: “Continui a prendere in giro le persone cane morto”, “BOOM e lo farai presto stanne certo” “uomo morto”. Su Facebook iniziavano a comparire falsi profili di Giuseppe con nickname preoccupanti: “Peppemorto91”, “Peppe morto79”, “Peppemorto75”. Da questi profili Giuseppe riceveva messaggi in chat: “Devi morire viscido”, “uomo avvisato, sei morto”, “non sei ancora morto, peccato”. 

Il ragazzo non considerava quelle parole come reali minacce, pertanto andava avanti tranquillamente con la sua vita e frequentando un’altra ragazza. Sara – venuta a sapere della relazione – contattava la ragazza dicendole di essere incinta e che il padre del bambino era Giuseppe. Pur di non perdere Giuseppe, Sara era arrivata ad inventare una gravidanza. 

Sempre con profili falsi, scriveva a Giuseppe: “domani vado a trovare la tua amica”, “sappiamo anche dove vive e lavora”, “Sono vicina a dove vive, non manca molto”. 

Giuseppe Morgante decideva di denunciarla, senza però riuscire a farla smettere, neanche quando provava ad affrontarla personalmente. 

Aveva infatti deciso di parlarle per telefono confessando di sentirsi in un incubo, avendo paura persino di uscire. Quando le chiedeva “Da me cosa vuoi?” Lei gli rispondeva “Volevo semplicemente darti un po’ del male che stavo provando io in quel momento”. 

Per Sara, Giuseppe era il ragazzo più bello del Mondo, “l’unica persona buona in tutto lo schifo che ho vissuto”. Forse per questo decideva di rovinare quella bellezza, affinché non fosse di qualcun’altra. 

Intervistata dagli inviati del programma TV “Le Iene”, Sara si mostrava pentita, consapevole del male che aveva causato a Giuseppe e pronta a lasciar perdere e ad andare oltre.

Nei giorni successivi però, i pedinamenti e gli appostamenti sotto casa di Giuseppe continuavano. 

 

Giuseppe Morgante, la sera dell’aggressione

La sera dell’aggressione Giuseppe registrava un breve video in cui riprendeva Sara che, alla guida della propria auto, passava ripetutamente sotto la casa del giovane, per tenerlo d’occhio. 

A quel punto, Giuseppe cominciava a nutrire un presentimento: “Cos’ha in testa?! Non è che mi butta addosso l’acido?”. 

Giuseppe diceva queste parole 5 minuti prima di essere aggredito con l’acido. Sara affiancava la sua macchina e Giuseppe decideva di affrontarla. La donna voleva che lui ritirasse la denuncia 

Non ottenendo ciò che voleva, Sara gli gettava sul viso l’acido contenuto in un bicchiere. 

La donna dopo l’aggressione era scappata, lasciando Giuseppe steso a terra ad aspettare i soccorsi. Le sue condizioni erano gravi. 

Sara decideva finalmente di costituirsi, recandosi presso il comando dei Carabinieri di Legnano (MI). 

Il liquido gettato a Giuseppe veniva poi analizzato: si trattava di acido solforico. 

 

L’Acido Solforico e poi?

Nei mesi successivi Giuseppe dovette subire continui interventi, nel tentativo di salvargli l’occhio sinistro e di ricostruire la pelle ustionata dall’acido. 

Oggi Giuseppe dice “Avrei preferito che fosse venuta ad aggredirmi con una pistola, perché se spari con la pistola, o sei vivo o sei morto. Così, invece, è un’altra cosa: voleva farmi soffrire”. 

Nonostante le numerose operazioni, oggi ancora non riesce a vedere dall’occhio sinistro. 

Avrebbe bisogno di sottoporsi ad operazioni di chirurgia estetica con laser, che però hanno un costo molto elevato che Giuseppe non può sostenere economicamente. 

Fortunatamente il materiale per le medicazioni e le cure gli era stato fornito dall’ospedale e la maschera che deve indossare sul viso per 8 ore al giorno – del valore di circa € 2.000,00 – gli era stata donata dall’Associazione dei grandi ustionati di Milano.  

Oggi Sara è imputata per i delitti di stalking e lesioni personali gravissime. L’aggressione, infatti, si verificava nel mese di maggio 2019, pochi mesi prima dell’introduzione della nuova figura di reato di deformazione e sfregio permanente del viso (art. 583-quinquies c.p.). Il procedimento è ancora in corso e difficilmente Sara, se trovata colpevole, sarà condannata ad una pena quantitativamente vicina a quella prevista per il reato di cui all’art. 583-quinquies c.p. (che è stabilita in 14 anni di reclusione nel massimo edittale). Proprio come accadde per Filomena Lamberti.  

Giuseppe non ha mai perso la speranza, è sicuro di potercela fare e di riuscire – col tempo – a superare questa brutta vicenda. 

Non sa se Sara sia pentita di quello che ha fatto, però dice che “la vita è un cerchio, prima o poi il male che fai ti torna tutto indietro”. 

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