Il peso emotivo del caregiver
02 Ott 2020
di Valentina Busato – Psicologa
Chiara Cecchinato – Dott.ssa in Psicologia
La vita del caregiver di una persona anziana è sconvolta ben prima dell’effettiva diagnosi di demenza. Quando le dimenticanze si fanno sempre più marcate, si iniziano a notare troppi errori nel linguaggio oppure accade che il proprio caro non riesce più a trovare la strada di casa perché disorientato, nel familiare, spesso il coniuge o il figlio, nascono le prime preoccupazioni e sospetti. È qui che ha inizio il lungo percorso che porterà inizialmente ad una diagnosi di demenza e, successivamente, a vivere una serie di perdite e lutti che non colpiscono esclusivamente il malato, ma anche il caregiver.
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Diagnosi di malattia cronica/degenerativa
Ricevere una diagnosi di demenza sconvolge qualsiasi famiglia. Parliamo, infatti, di una malattia che non ha una cura e che porta ad un peggioramento progressivo in diverse abilità della vita quotidiana. Emergono quindi nel caregiver reazioni differenti: paura, preoccupazione, impotenza, rabbia, rifiuto della malattia, … e si è tormentati da domande a cui è difficile, se non impossibile, dare una risposta certa:
- Fino a quando riuscirà a vestirsi o a mangiare da solo?
- Per quanto tempo mi riconoscerà ancora?
- Ce la farò ad affrontare tutto questo?
Con il progredire della malattia queste pesanti emozioni cambiano, si attutiscono o si ripresentano. Portando il caregiver a vivere perennemente come se fosse sulle montagne russe: ogni nuovo sintomo o ulteriore difficoltà è un duro colpo da accettare.
Inserimento in struttura
Può arrivare però un momento molto delicato per il caregiver, che deve prendere una decisione che lo porterà a vivere un ulteriore perdita. Il distacco dal proprio familiare infatti non è mai semplice soprattutto a causa di alcuni grandi cambiamenti: nuove persone si prenderanno cura di lui/lei giornalmente e si creeranno nuove routine quotidiane. Si vivono quindi emozioni e sentimenti come il rimorso, il fallimento o la delusione verso sé stessi, incolpandosi di non essere stati capaci di prendersi cura del proprio caro. Ma, all’opposto, si può anche provare un normale senso di liberazione dalla continua stanchezza e dallo stress costantemente troppo alto per le continue richieste e necessità del familiare. È bene sottolineare inoltre che questo susseguirsi di emozioni è naturale e comprensibile in tutti i caregivers.
Strategie per affrontare la malattia del familiare anziano
Vediamo insieme alcuni suggerimenti che il caregiver può utilizzare per fronteggiare nel miglior modo possibile questo momento della vita:
- Cercare supporto da: familiari, amici, professionisti della salute mentale, gruppi di auto mutuo aiuto o associazioni che si occupano di questa malattia.
- Prendersi cura dei propri bisogni (dormire adeguatamente, mantenersi fisicamente attivi, mangiare il più sano possibile, …): in questo modo si è più forti a livello psico-fisico e più efficienti come caregiver.
- Cercare di normalizzare ed accettare la nuova situazione (anche attraverso un aiuto o un supporto esterno).
Per apprendere altre strategie si rimanda al libro: Non sono più io. Come fronteggiare l’interminabile lutto nella demenza. Elisa Mencacci, Adalberto Bordin, Valentina Busato. Ed. Dapero, 2020.
Segue Valentina e Chiara sul gruppo facebook: Anziani e benessere – caregivers e addetti ai lavori. Valentina e Chiara sono partner di Formula Terza Età > Scopri di più