Prendersi cura di chi si prende cura
10 Lug 2020
di Rossana Andreotti e Arianna Pregagnoli
Il caregiver, colui che solleva
Il caregiver, colui/colei che si occupa di un anziano non autosufficiente o malato cronico, è una persona che si fa carico di una grande responsabilità e di grandi fatiche fisiche e psicologiche: dà “sollievo” alla persona in difficoltà e “solleva” gli altri (il resto della famiglia, la società, le strutture mediche) da un notevole impegno di cura.
“Lo so solo io, cosa significa occuparmi di lui/lei.”
È proprio vero, solo un caregiver sa cosa significhi curare una persona anziana non autosufficiente. È un lavoro che richiede notevoli sforzi fisici e un grande equilibrio psicologico, ritmato da precisi rituali quotidiani, ripetuti spesso in modo automatico, con una scansione del tempo regolata dai bisogni del proprio caro.
Non solo. Vivere accanto al dolore e alla sofferenza ha ripercussioni importanti anche sulla vita del caregiver.
Oltre alla fatica, c’è la tristezza di vedere sfiorire sia fisicamente che psicologicamente la persona cara. C’è la rabbia di dover fare sacrifici e rinunce sul lavoro, lo stress che si ripercuote magari sulla propria vita di coppia. C’è la mancanza di tempo per sé, per le proprie relazioni, per il resto della famiglia, per le amicizie e per le proprie passioni.
C’è a volte il trascurarsi nell’aspetto, il sentirsi sfiorire accanto al malato, la disperazione di non avere più una propria vita, di esistere soprattutto in funzione degli altri.
Caregiver: santi o supereroi? Questo è il problema.
“Se non ci penso io, chi lo fa?”
“Non voglio nessuno in casa, non voglio che vedano come è ridotto mio padre.”
“Io sono forte, ce la posso fare.”
“Nessuno è capace di farlo bene come me… come faccio ad affidare mia mamma a qualcun altro?”
“I panni sporchi si lavano in famiglia.”
“Mi vergogno a chiedere aiuto.”
“Non ce la faccio più, ma devo resistere.”
“È giusto sacrificarsi per la famiglia.”
Molti caregiver potranno riconoscersi in alcune di queste frasi. Frasi in cui è possibile avvertire la stanchezza e la pesantezza della situazione, in cui però il dovere nei confronti dell’altro è molto più forte e sentito della responsabilità nei confronti di sé stessi e della propria vita. II sacrificio diventa così l’unico modo ammesso di vivere la vita, chiusi in una gabbia senza via d’uscita, in cui destino del malato e di chi lo cura quasi coincidono.
Da non molto, anche le istituzioni hanno riconosciuto che quella del caregiver è un’occupazione con un altissimo livello di stress. Stress che può incidere fortemente anche sul malato.
Partendo da questa considerazione, cosa si sta facendo concretamente per chi si prende cura degli altri? Chi si occupa di come si sentono queste persone, dei loro bisogni, di quello che potrebbe migliorare il loro benessere?
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Chi ti può aiutare?
Hai mai pensato ad un percorso di Counseling o di Coaching?
Cos’è il Counseling
Il Counseling aiuta a migliorare il benessere e la qualità di vita delle persone, concentrandosi nel qui-e-ora. È un viaggio per imparare ad ascoltare in modo più profondo prima di tutto se stessi e poi gli altri, per costruire relazioni interpersonali più gratificanti.
Come mi può aiutare il Counseling
Il Counselign aiuta a prendersi cura di sé e valorizzarsi come persone, ad avere uno spazio d’ascolto dove esplorare le proprie aspirazioni e i propri desideri, a migliorare la capacità di farcela (auto-efficacia) e di reagire di fronte alle difficoltà, ad imparare a comunicare i propri bisogni e a chiedere aiuto.
Cos’è il Coaching
Il Coaching è un metodo per allenare il potenziale della persona all’interno di una relazione facilitante e non giudicante. Si basa sull’individuazione e sullo sviluppo delle risorse interne ed esterne del cliente, per raggiungere obiettivi di miglioramento autodeterminati e realizzati attraverso un piano di azione.
Come mi può aiutare il Coaching
Il Coaching aiuta ad affrontare aspetti concreti della vita quotidiana nei quali la persona desidera raggiungere un obiettivo specifico, mettere a fuoco con chiarezza le difficoltà oggettive, attivarsi concretamente per cambiare (nei limiti del possibile) la situazione che provoca insoddisfazione.
Come scegliere il servizio più adatto per le proprie esigenze:
Dopo un colloquio preliminare con una delle professioniste (che illustrerà le due diverse metodologie di intervento) e l’esplorazione dell’area di difficoltà su cui il cliente ha il bisogno di intervenire, verrà stabilito insieme quale tipo di percorso sia più adatto alla situazione specifica.
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