Applicato il primo braccialetto elettronico

Applicato il primo braccialetto elettronico

20 Feb 2014

L’art. 275-bis del Codice di Procedura Penale, come modificato dal D.L. 146/2013, stabilisce che nel caso in cui venga disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari debbano essere utilizzate delle procedure di controllo mediante mezzi elettronici o altri strumenti tecnici nella disponibilità della polizia giudiziaria, e previo consenso da parte dell’imputato. Viene così in rilievo il c.d. braccialetto elettronico, strumento già utilizzato efficacemente negli altri paesi europei, ma applicato in Italia per la prima volta solamente il 20 febbraio 2014.

Il Tribunale del Riesame di Bologna ha infatti, per la prima volta, applicato la misura cautelare degli arresti domiciliari in luogo della custodia in carcere, in capo ad un soggetto imputato per detenzione di stupefacente finalizzata allo spaccio, purché l’imputato indossasse il braccialetto elettronico.

Questo particolare sistema di controllo permette alle forze di Pubblica Sicurezza di controllare a distanza il luogo dove si trova chi indossa l’apparecchio, e dunque capire se si sia allontanato dal luogo di detenzione.

Questo strumento è potenzialmente rivoluzionario nell’ambito della custodia cautelare e della detenzione in generale perché, se correttamente applicato, permetterà di meglio attuare i principi rieducativi della pena e riporterà anche le misure cautelari ad una dimensione più umana: senza ulteriore lavoro per le forze dell’ordine incaricate di vigilare sulla corretta esecuzione della misura, gli imputati potranno aspirare ad una misura che consenta comunque di svolgere le attività quotidiane di lavoro potendo sempre essere rintracciati.