Revenge porn: cos’è e cosa dice la legge in Italia
01 Apr 2022
avv. Alice Saporiti
Sei venuto a conoscenza che fotografie o video che ti ritraggono, aventi contenuto sessualmente esplicito, stanno circolando su internet contro la tua volontà? E’ un reato, e si chiama Revenge Porn. In questo articolo scopriremo cos’è il revenge porn e cosa dice la legge in Italia.
La legge Italiana sul revenge porn
Può esserti capitato di scattare una fotografia che mostra una tua nudità o di fare un video a contenuto sessuale, che sono poi entrati in possesso di un’altra persona. Anche se sei stato tu ad inoltrarglieli, questa persona non può diffonderli. Se lo fa, senza il tuo consenso, commette un reato: il revenge porn.
Il codice Rosso ha introdotto finalmente nella legge italiana una nuova fattispecie nel Codice penale, all’art. 612-ter, intitolata “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti”, meglio conosciuta come “Revenge Porn”.
Questa pratica riprovevole, tristemente diffusa negli ultimi anni, spesso si verifica per vendicarsi di un ex partner, per rancore personale o per recare puramente un danno. L’autore del reato proverà a giustificarsi dicendo che si trattava solo di un “gioco”. Il revenge porn però può avere un forte impatto emotivo sulle persone. Non mancano, purtroppo, tristi storie di cronaca riguardanti giovani donne che non hanno sopportato il peso della vergogna.
Cosa dice la legge italiana sul revenge porn?
A seguire ti spiegheremo cos’è il revenge porn e cosa dice la legge in Italia. La norma, introdotta dal codice rosso, punisce chi – dopo averli realizzati, sottratti, ricevuti o acquisiti – invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, senza il consenso delle persone rappresentate.
Le immagini o video a contenuto sessualmente esplicito sono quelli attinenti alle zone erogene non necessariamente limitate agli organi genitali, ma che possano riguardare anche altre parti anatomiche o coinvolgere parti non direttamente erogene.
Occorre escludere però quelle immagini che ritraggono persone in costume da bagno o in atteggiamenti ammiccanti o in abiti succinti.
La pena prevista per il revenge porn
La legge sul revenge porn, in Italia, punisce il reato molto severamente. Il reato è, infatti, punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 5.000 a 15.000 euro.
La pena è però aumentata se i fatti sono commessi:
– dal coniuge (anche separato o divorziato) o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva con la vittima;
– in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza;
– attraverso strumenti informatici o telematici.
Come si può denunciare il revenge porn?
Il delitto è punito a querela della persona offesa, nel termine di sei mesi. La remissione della querela può essere soltanto processuale.
Si procede tuttavia d’ufficio se i fatti sono commessi in danno di persona in condizione di inferiorità fisica o psichica o in danno di una donna in stato di gravidanza.
Come tutelarsi dal Revenge Porn?
Per prevenire il reato, è evidente che è consigliabile evitare di scambiare immagini di natura sessuale, specie attraverso gli strumenti informatici. Le foto inviate in chat o sui social possono diventare virali in pochissimi secondi.
Se sei vittima di Revenge Porn, occorre agire il più rapidamente possibile, per prevenire ulteriori conseguenze pregiudizievoli.
Ecco qualche consiglio:
– Contatta immediatamente il social network: nella maggior parte dei casi, lo staff è molto veloce a eliminare le immagini e a sospendere l’account della persona che ha postato le immagini. Se il social non ottempera, contatta l’avvocato per chiedere un supporto.
– Per denunciare l’accaduto all’autorità giudiziaria, rivolgiti all’avvocato penalista. Raccogli le prove del reato, quali screenshot con tutte le immagini dei post, i commenti, i messaggi ricevuti, realizzando un vero e proprio report.
– Valuta col tuo avvocato se sia opportuno rivolgersi ad un esperto informatico o un’agenzia specializzata per la rimozione delle immagini.
– Un’altra strada, potrebbe essere quella di presentare ricorso al Tribunale ex art. 700 c.p.c. per ottenere la rimozione delle immagini e video diffusi. Parlane col tuo avvocato penalista.
– Non vergognarti, chiedi aiuto! Molte donne vittime di questo reato hanno purtroppo riportato sintomi di disturbo da stress post-traumatico, ansia, depressione, pensieri suicidiari. Potresti aver bisogno di un supporto psicologico.