Risparmio e maltrattamenti in famiglia: possibile la sussistenza del reato
10 Set 2023
L’imposizione di un eccessivo risparmio domestico può condurre a una condanna per maltrattamenti
Il reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi è disciplinato all’art. 572 c.p., e prevede, nell’ipotesi base, la condanna da 3 a 7 anni di reclusione per chiunque adotti una condotta sistematicamente maltrattante e vessatoria nei confronti di un familiare o di una persona a lui sottoposta per ragioni di istruzioni, lavoro o cura.
Tale condotta, quindi, deve essere perpetrata da un soggetto che a vario titolo ricopre una posizione di riferimento all’interno del nucleo familiare ovvero lavorativo, e deve essere preordinata alla creazione di un clima di assoggettamento e prevaricazione a danno dei soggetti più deboli della formazione sociale.
Il caso
In un recentissimo caso portato all’attenzione della Suprema Corte, un uomo era imputato per il reato di maltrattamenti avendo imposto alla moglie un regime di risparmio domestico inizialmente condiviso o, comunque, tollerato dalla donna, ma poi divenuto a questa del tutto insopportabile. In particolare, l’uomo imponeva alla moglie di fare acquisti solo in determinati negozi, notoriamente a costo contenuto, impedendole di acquistare prodotti di marca, ma solo prodotti in offerta, tanto che la donna era costretta a buttare via gli scontrini, a nascondere gli acquisti, a lasciare la spesa a casa dei genitori e a chiedere alle amiche di dire che le avevano regalato qualcosa che aveva acquistato.
Analoghe modalità impositive e costrittive connotavano anche le più intime e personali: la persona offesa ha riferito che era costretta ad utilizzare solo due strappi di carta igienica, a poter fare solo una volta a settimana.
Ogniqualvolta la donna non si atteneva a tale protocollo, il marito le rivolgeva espressioni ingiuriose e offensive (l’epiteto sprecona) culminando, talvolta, in aggressioni fisiche fra le quali, oltre a spinte e strattonamenti, prendendola per le guance e urlandole contro. In un’occasione addirittura l’uomo aveva tentato di costringere la moglie a mangiare gli avanzi di pappa della figlia neonata dicendole che avrebbe dovuto inginocchiarsi e mangiare la pappa avanzata, il tutto accompagnato da ingiurie.
La decisione della Suprema Corte
La recentissima Cassazione penale, Sez. VI, con la sentenza 17 febbraio 2023, n. 6937 nel disattendere la tesi difensiva – secondo cui il Giudice di merito avrebbe ricondotto alla nozione di maltrattamenti dei comportamenti concretamente privi di ogni connotato di pericolosità e di idoneità all’offesa del bene giuridico – ha diversamente affermato che ove le modalità di imposizione di una condotta di vita ispirata al “risparmio domestico” si traducano in modalità di controllo del coniuge nei confronti dell’altro che, per la loro pervasività, sconfinino in un vero e proprio regime e assillo, tale da cagionare alla persona offesa uno stato di ansia e frustrazione, le stesse ben possono rientrare nella nozione di maltrattamenti ai sensi dell’art. 572 c.p.