Risvolti psicologici dell’amministratore di sostegno nella terza età

Risvolti psicologici dell’amministratore di sostegno nella terza età

22 Giu 2020

Valentina Busato – Psicologa
Chiara Cecchinato – Dott.ssa in Psicologia

 

La vita di ogni persona è caratterizzata da guadagni e perdite. Nel momento in cui si raggiunge l’età anziana si può, però, assistere a tutta una serie di sfide, cambiamenti, perdite o lutti che sono completamente diversi e nuovi rispetto alla giovinezza e all’età adulta.

 

Come vive l’anziano questo momento della vita?

L’età anziana è piena di cambiamenti psico-fisici-sociali che possono portare da una condizione di autosufficienza ad una di non autosufficienza e alla richiesta dell’amministratore di sostegno. Questo passaggio può avvenire in modo lento e graduale oppure essere rapido e improvviso. Spesso accade perciò che l’anziano si trovi a pensare e a considerare ciò che era prima della malattia e ciò che è diventato dopo la malattia. Una situazione che porta quasi certamente all’emergere di dubbi e paure riguardanti il proprio futuro:

  • Cosa farò ora?
  • Chi si prenderà cura di me?
  • La mia pensione basterà per coprire tutte le spese per la mia malattia?

Quando si arriva alla perdita della propria autonomia diventa sempre più difficile svolgere anche la più semplice delle attività della vita quotidiana. Ad esempio, si può avere bisogno di aiuto anche per mangiare, vestirsi o per le necessità più intime e biologiche. È in tutti questi momenti che l’anziano può sentirsi inutile e un grande peso per chi si prende cura di lui. Senza dimenticare che può percepire di essere completamente isolato. Può accadere, infatti, che si deve trasferire a casa di un familiare oppure entrare in una struttura residenziale. In questo modo è inevitabile che si senta strappato da tutta la sua cerchia di amicizie e abitudini che viveva nella quotidianità.

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La Terza Età e i Fattori importanti per affrontare le perdite

Esistono però alcuni fattori che possono aiutare la persona anziana ad affrontare tutti questi momenti che hanno portato alla necessità dell’amministratore di sostegno:

  1. Supporto sociale e famigliare. È importante per l’anziano sentirsi considerato e valorizzato dalla propria famiglia
  2. Predisposizione all’ottimismo. Vedere gli eventi in modo più positivo aiuta ad affrontare anche le situazioni più critiche
  3. Buon livello di scolarità. È collegato all’utilizzo di maggiori strategie per affrontare le perdite della vita
  4. Presenza di supporto spirituale. Può dare un significato esistenziale agli eventi negativi

 

E come si sente il caregiver?

Accade spesso (anche se non sempre) che la figura dell’amministratore di sostegno si sovrapponga alla figura del caregiver. Ciò significa che il familiare deve occuparsi della cura a 360° del proprio caro: dalla salute agli aspetti patrimoniali. Il coniuge o il figlio dell’anziano può sentirsi quindi investito da nuovi doveri e impegni che sconvolgono la sua vita. Diventa qui evidente la necessità di adattarsi alle novità e ai cambiamenti. Questo perché, sebbene sia un momento caratterizzato da perdite e difficoltà, può portare anche a nuove conoscenze a consapevolezze.

 

Le nuove competenze del caregiver

La gestione del mondo della persona che si assiste porta infatti a comprendere ed imparare tutta una serie di meccanismi e funzionamenti: i percorsi di cura all’interno degli ospedali, gli aspetti patrimoniali e amministrativi, … Senza dimenticare che si intessono nuovi rapporti sociali o si riallacciano i contatti con vecchi amici o familiari.

 

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Ti consigliamo un libro: “Non sono più io. Come fronteggiare l’interminabile lutto nella demenza.” Elisa Mencacci, Adalberto Bordin, Valentina Busato. Ed. Dapero, 2020.

 

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