Sottarre il telefono al partner è reato

Sottarre il telefono al partner è reato

10 Giu 2022
Sottrae con violenza il cellulare alla compagna per leggerne i messaggi: è rapina

La inusuale decisione della Corte di Cassazione su un caso di rapina

Secondo la Corte di Cassazione penale, sezione II (sentenza n. 4557/2021) integra il reato di rapina la condotta di chi sottrae con violenza al proprio partner il telefono cellulare al fine di poter accedere alla rubrica e poterne leggere i messaggi.

Il reato di rapina presuppone, infatti, che l’agente consegua un “ingiusto profitto”.

La caratteristica dell’ingiusto profitto

Secondo la Corte di Cassazione l’ingiusto profitto non deve necessariamente concretarsi in un’utilità materiale, potendo consistere anche in un vantaggio di natura morale o sentimentale che l’agente si riproponga di conseguire, sia pure in via mediata, dalla condotta di sottrazione ed impossessamento, con violenza o minaccia, della cosa mobile altrui.

La Corte di Cassazione si sofferma, con la sentenza citata, su una particolare questione, nei casi in cui il profitto ingiusto della rapina non sia rappresentato da un’utilità materiale, ma da un vantaggio di tipo morale o psicologico.

E ritiene, in definitiva, che impossessarsi con violenza o minaccia del telefono altrui (anche se si tratta del proprio partner) per conseguire un vantaggio psicologico, può integrare il reato di rapina.