Stalking condominiale

Stalking condominiale

18 Mag 2022
avv. Alice Saporiti

Il tuo vicino ti perseguita? È animato da rancore e a causa di litigi pregressi cerca vendette private? Con il suo comportamento esasperante, ti ha costretto a modificare le tue abitudini di vita? In questo articolo scopriremo quando è possibile che condotte esasperanti del vicino di casa diventino stalking, e cosa si intende per stalking condominiale.

Il reato di stalking

Il reato di “atti persecutori”, o “stalking“, consiste nella reiterazione di condotte di minaccia o molestia che siano in grado di provocare nella vittima un perdurante stato d’ansia e di turbamento psichico, legato al timore per la propria incolumità o per quella di un prossimo congiunto.

 

Lo stalking condominiale

Il condominio può diventare teatro di molestie, minacce e ripetuti dispetti da parte de vicini… ma è possibile ipotizzare lo stalking condominiale?

Sì e no: il reato di stalking condominiale non si presenta come un’ipotesi speciale espressamente codificata dal legislatore, ma ha una genesi giurisprudenziale e la sua qualificazione è frutto di un’operazione di interpretazione estensiva della fattispecie base.

 

Stalking condominiale “di genere”

Quando il vicino perseguita le donne che abitano nel condominio

La giurisprudenza ha avuto modo di pronunciarsi non solo nei casi di stalking condominiale, ma anche in casi specifici in cui le vittime dello stalker fossero solo le vicine di casa “donne”.

In un caso specifico in cui l’imputato pedinava le donne residenti nel condominio, braccandole nell’ascensore, minacciandole e insultandole, è stato condannato per stalking ai danni dell’intero genere femminile residente nel condominio.

Ciò in quanto, benché vittime dirette degli atti persecutori fossero stato solo alcune donne, il suo comportamento generava nelle altre paure e stati d’ansia per l’eventualità di incontrare l’aggressore nell’edificio.

 

Il vicino perseguita anche i miei familiari, è reato?

Si, la fattispecie di stalking condominiale è integrata quando le condotte moleste sono commesse ai danni di più persone coabitanti nello stesso condominio, e anche quando gli atti persecutori siano diretti singolarmente a persone diverse.

Il reato si configura quindi anche se un vicino rivolge insulti ai parenti della persona offesa, ma provochi ansia, paura, modifica delle condizioni di vita, anche ad una singola persona.

 

Altri esempi di stalking condominiale

Si è ricondotto alla fattispecie di cui all’art. 612 bis c.p. il comportamento di condomini, consistito nell’abbandono di escrementi davanti alle porte di ingresso delle abitazioni, nel danneggiamento di autovetture, nel versamento di acido muriatico nei locali comuni dell’edificio, nell’immissione di suoni ad alto volume, nella pronuncia di epiteti gravemente ingiuriosi e nell’inserimento di scritti di contenuto delirante nelle cassette postali, e così via.

 

Stalking e liti condominiali

Il reato di stalking non opera quando sussiste una semplice lite condominiale, ma quando esistono atti persecutori capaci di condizionare negativamente la vita della vittima. Il reato si configura solo in caso di sistematico turbamento alla tranquillità domestica che costringe la persona offesa ad alterare il proprio modus vivendi.

 

La prova del reato

Questo reato richiede una puntuale prova in sede processuale. Di fatti, è necessario dimostrare non solo la condotta dello stalker ma anche le conseguenze psicologiche cagionate alla vittima ovvero uno stato di ansia e di paura, un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto, l’alterazione delle proprie abitudini di vita.

 

Cosa fare se sei vittima di stalking condominiale?

Puoi innanzitutto rivolgerti all’amministratore, con l’auspicio che un suo intervento sia sufficiente a far cessare le condotte moleste del vicino. Se ciò non fosse sufficiente, l’ordinamento ha previsto un efficace strumento di tutela, consistente nell’ammonimento da parte del Questore.

Puoi infine decidere di perseguire penalmente lo stalker, denunciandolo alle Autorità. Il termine per la denuncia querela è di sei mesi. Stante la difficoltà di dimostrare la consumazione del reato, è consigliabile avvalersi delle competenze di un avvocato penalista, il quale saprà evidenziare gli aspetti più rilevanti delle condotte che hai subito.