Terza Età e caregivers: psico-consigli
03 Giu 2020
di Valentina Busato – Psicologa
e Chiara Cecchinato – Dott.ssa in Psicologia
1. Invecchiamento sano e patologico
2. Le giuste accortezze
3. Parole d’ordine: rimanere attivi
4. Suggerimenti per allenare la mente
L’età media è notevolmente aumentata rispetto un tempo e ciò ha portato a conseguenze sicuramente positive, ma anche ad una maggiore possibilità di incorrere in una situazione di decadimento cognitivo o, nei casi più gravi, in una demenza.
Guardandoci intorno ci accorgiamo che ognuno di noi cresce e invecchia in modo differente. C’è chi è arzillo e scattante fino a tarda età e chi, purtroppo, convive con svariate patologie.
Per prima cosa, diventa quindi importante capire quale tipologia di invecchiamento abbiamo di fronte.
1. Invecchiamento sano e patologico
L’invecchiamento sano è caratterizzato da normali modificazioni legate al passare degli anni, che non alterano la capacità di essere autonomi nel proprio quotidiano. Si può notare un rallentamento motorio, una benigna diminuzione della memoria a breve termine, una maggiore difficoltà a vedere oggetti vicini o la comparsa di capelli bianchi o rughe. L’anziano rimane però in grado di provvedere alle sue necessità: prepararsi i pasti, fare la spesa, vestirsi/svestirsi, usare il cellulare, …
Nell’invecchiamento patologico, invece, alle modificazioni appena citate, si vanno a sommare anche la presenza di una o più malattie croniche che possono colpire il corpo, la mente o entrambi. In questa seconda categoria rientrano infatti tutte quelle persone non più autosufficienti e che necessitano di un costante aiuto esterno (di familiari, badanti o professionisti del settore).
Oggigiorno coloro che vivono insieme e si prendono cura di un proprio caro anziano sono sempre di più. Nasce quindi la necessità di individuare delle attività che siano semplici e pratiche e si possano svolgere facilmente anche a casa.
2. Le giuste accortezze
Quando si è alla ricerca del giusto esercizio da proporre è importante però mettere in pratica alcuni accorgimenti. Per sfruttare nel miglior modo possibile le capacità di ogni persona è infatti essenziale considerare: i suoi interessi, le sue abilità personali e la sua storia di vita. È solo in questo modo che sarà possibile vedere maggior coinvolgimento e motivazione da parte dell’anziano, che darà tutto sé stesso per fare al meglio un qualcosa che gli piace e lo appassiona. Lo scopo di questo coinvolgimento può essere sia riabilitativo e di stimolazione per i suoi deficit psico-fisici, ma anche preventivo per mantenere nel tempo abilità che altrimenti potrebbero andare perdute.
3. Parole d’ordine: rimanere attivi
È inoltre fondamentale, per tutti coloro che vivono quotidianamente con un genitore o familiare anziano, di coinvolgerlo il più possibile nelle diverse attività della casa e della cura personale: apparecchiare/sparecchiare la tavola, ordinare la stanza, mangiare e vestirsi in autonomia, … In questo modo sarà possibile mantenere il più a lungo possibile le sue abilità residue (ciò che è ancora capace di fare).
La fretta e la perfezione sono, in questi casi, delle grandi nemiche, che portano molto spesso a sostituirsi all’anziano nelle varie attività. La fretta a causa della carenza di tempo, dati i nostri numerosi impegni quotidiani. Quando, invece, vediamo che il nostro caro ha difficoltà a mangiare da solo, piega male i vestiti, non apparecchia la tavola in modo eccellente, ecc. entra in gioco la nostra necessità di perfezione. Preferiamo fare noi perché lo facciamo meglio. Ma tutto questo, sebbene sia spinto da buone intenzioni, lo farà solo peggiorare lentamente.
La soluzione migliore è quindi quella di spronarlo all’azione, nei limiti delle sue capacità. Mantenersi attivi e allenati è, infatti, fondamentale.
4. Suggerimenti per allenare la mente
Oltre alle attività appena citate è possibile proporre al nostro amato familiare, anche degli esercizi per stimolare la mente. Chiedere la data e la stagione attuale è un piccolo esercizio molto utile per mantenerlo orientato nel tempo e nello spazio. In aggiunta, leggere le notizie del giorno e commentarle insieme può essere un’importante allenamento non solo per l’orientamento, ma anche per la memoria. Altri esercizi semplici e facilmente reperibili per la memoria sono sicuramente i ben noti cruciverba, rebus, crucipuzzle o indovinelli di logica.
Potrete trovare moltissimi esercizi e attività per stimolare il più possibile la mente dell’anziano all’interno del libro:
“E ora che faccio? Attività da svolgere con l’anziano in RSA o a domicilio” di Busato, Cecchinato, Girardello. Ed. Dapero (2020).