Truffe e Circonvenzioni Contro Gli Anziani
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La tutela dell’anziano dalle truffe alla circonvenzioni d’incapace
1. I casi di truffa più comuni
2. Prevenire le truffe in 5 regole
3. Vittima di una truffa, come agire legalmente
4. La circonvenzione di incapace
5. Come si deposita una querela?
6. Come possiamo aiutarti?
1. I casi di truffa più comuni
Sapevi che nelle grandi città ogni giorno si consumano in media 5 truffe agli anziani?
Per questo non serve avere paura, ma essere informati.
Le truffe più frequenti nei confronti di anziani o soggetti deboli sono quelle che avvengono presso l’abitazione della vittima – molto più insidiose – e quelle che si svolgono per strada.
Ecco una lista dei casi di truffa più comuni:
1) I finti amici di…. Figli, o nipoti: si inventano urgenze per scucire i soldi alla vittima.
2) I finti operai tecnici: il truffatore – camuffato da operatore – chiede di entrare in casa della vittima, mentre un altro truffatore entra in casa indisturbato e la deruba.
3) Truffe di banche o istituti fittizi: si ricevono mail che chiedono dati personali o direttamente versamenti di denari. Cosa fare? Nel dubbio eliminare le mail, tanto al limite vi richiamano!
4) Truffe per immagini che possono essere diffuse: vi dicono che hanno vostre foto o video scomode e che se pagate eviteranno di diffonderle. Cosa fare? Anche nel momento in cui avessero davvero immagini vostre non sarà il pagamento a fermarli, per questo è bene fare denuncia alla polizia postale.
2. PREVENIRE LE TRUFFE CON 5 REGOLE
1) Non aprire a sconosciuti. Non aprire neanche cancelli o portoni, perché un eventuale truffatore potrebbe entrare e cominciare a osservare annunci o cartelli per infiltrarsi nel condominio e – in questo modo – acquisire informazioni su di te.
2) Crea un punto di riferimento che sia il vicino di casa o altri amici, soprattutto se sei solo, cercare di condividere l’informazione è molto d’aiuto. Anche avere persone di fiducia nel quartiere ti permetterà di creare una rete di sicurezza.
3) Non andare a prelevare da solo, e se ti accorgi che qualcuno ti sta seguendo, fermati ed entra in qualche negozio. Non vergognarti, le persone ti aiuteranno: perché tutti almeno una volta nella vita hanno provato il senso di impotenza che genera essere vittime di una truffa.
4) Diffida da chi si presenta come amico di tuo figlio, se lo è davvero, tornerà. Se no, hai scampato un tranello…
5) Qualora con l’inganno qualcuno riuscisse a entrare in casa tua: stai al gioco ed esci con un pretesto
3. VITTIMA DI TRUFFA, COME AGIRE LEGALMENTE
Dal punto di vista strettamente giuridico, per difendere sé stessi o un anziano a noi caro da una truffa già perpetrata, o ancora in corso, è possibile anzitutto sporgere una querela, da soli presso le forze dell’ordine o attraverso un avvocato.
La scelta se farlo presso le forze dell’ordine o un avvocato non può essere guidata unicamente da scelte economiche, ma deve comprendere una valutazione circa:
- Il titolo di reato,
- Il pericolo che la truffa prosegua o si aggravi,
- La necessità di chiedere misure cautelari o svolgere indagini difensive,
- La necessità, o l’opportunità, di intraprendere azioni civili per la tutela del patrimonio o la restituzione di quanto sottratto.
Con la querela si incardina un procedimento penale che culminerà, eventualmente, in una sentenza di condanna. Incardinare il procedimento nel più breve tempo possibile è però essenziale per tutelare la vittima del reato, perché potranno -sussistendone i presupposti di legge, dunque verosimilmente non nel caso della truffa – essere richiesti sequestri, o misure cautelari per allontanare il reo dalla persona offesa.
Se i fatti di reato integrano per lo più dazioni di denaro spontanee a favore del reo da parte della vittima, per esempio in caso di circonvenzione di incapace, sarà possibile anche chiedere in via provvisoria ed urgente la nomina di un amministratore di sostegno per prevenire l’emorragia patrimoniale.
Invece, se l’obiettivo è quello di recuperare il denaro che è stato indebitamente sottratto, ci possono essere diversi modi. Si potrà attendere il processo penale e costituirsi parte civile, o agire direttamente in sede civile per recuperare il dovuto. La scelta dell’una o dell’altra strada dipende da molti fattori, fra cui:
- Il responsabile sia identificato oppure sconosciuto;
- Il responsabile abbia delle risorse economiche sicure da aggredire per recuperare il maltolto;
- Il tipo di prove di cui si dispone per provare il fatto. Infatti, il processo civile e quello penale soggiacciono a diverse regole probatorie.
La strada più idonea deve, ancora una volta, essere valutata caso per caso. E’ infatti possibile preventivare solo sulla base della situazione concreta se vi siano maggiori probabilità di successo in sede penale o in sede civile. Il consiglio universale ed applicabile ad ogni situazione è comunque quello di non aspettare mai troppo tempo per rivolgersi ad un avvocato, anche se si è optato per fare una querela in proprio, o dalle forze dell’ordine.
Il focus della consulenza con l’avvocato dovrebbe essere:
- Se sia opportuno intraprendere azioni autonome e parallele rispetto al procedimento penale che si è incardinato con la querela;
- Se sia necessario fare una verifica circa la solvibilità del responsabile;
- Se sia possibile richiedere misure cautelari a tutela del patrimonio;
- Se debbano essere – per esempio con produzioni, richieste di incidente probatorio, o indagini difensive – assicurate fonti di prova che col passare del tempo potrebbero andare disperse (per esempio, la testimonianza dell’anziana vittima se si teme che possa prima della fine del processo scordare i fatti o venire a mancare).
Anziani raggirati da badanti
Le truffe non sono le uniche insidie che possono mettere in pericolo le persone più vulnerabili… a volte gli anziani sono messi in pericolo proprio da persone a loro vicine, che approfittano delle loro relazioni.
4. La circonvenzione di incapace
La truffa della badante, case study
Un caso recentemente trattato è quello di una circonvenzione di incapace ai danni di un anziano, da parte di una ex badante.
Una giovane badante ed un anziano novantenne, con un lieve demenza e gravi problemi di deambulazione sono i protagonisti di questa storia. La donna, molto appariscente, e poco… trasparente, comincia a sfruttare la generosità dell’uomo, e facendo leva su una momentanea infatuazione, lo induce a versarle ingentissime somme di denaro. A fronte della narrazione di una storia (quantomai inventata) di gravi bisogni economici per far fronte ad una malattia della propria glia, rimasta nel paese di origine. L’uomo versa alla badante circa € 15.000,00 in tre mesi. E la donna riferiva all’anziano che quei soldi sarebbero serviti per curare la glia malata e farla trasferire in Italia con lei.
La figlia dell’anziano, tuttavia, accortasi dei gravi ammanchi dal conto del padre, cercava di riportare l’uomo a lucidità suggerendogli di limitare le dazioni di denaro ed allontanare la badante. Ma tale intervento altro esito non aveva che quello di alterare il padre ed allontanarlo. Nonostante i tentativi di dissuadere il padre, questi infatti continuava ad avere rapporti con la giovane, la cui presenza si faceva sempre più insistente. La donna infatti chiedeva all’anziano di aprire insieme un nuovo conto corrente , sul quale ogni mese l’uomo avrebbe versato delle somme prelevate dall’altro conto – di tal che la glia, senza potere di controllo sul nuovo conto corrente, non avrebbe potuto scoprire
l’ammontare dei versamenti. La figlia, quindi, preoccupata, sporgeva querela nei confronti della donna, e chiedendo il sequestro dei conti correnti cointestati, avanzava anche richiesta per l’applicazione di una misura cautelare del divieto di comunicazione e di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Parallelamente, era istituita in favore dell’uomo un’amministrazione di sostegno, affinché la situazione economica e patrimoniale potesse rientrare integralmente sotto il controllo dell’amministratore di sostegno, ed affinché questi potesse anche licenziare la donna.